giovedì 3 novembre 2011

Un mattone per l’ospedale di Garan-Tibet

Carissimi amici,

abbiamo lanciato la campagna “Un mattone per l’ospedale di Garan-Tibet” per raccogliere fondi destinati alla costruzione del Centro medico per la popolazione tibetana. Purtroppo molte donne muoiono ancora oggi di parto, c’è un solo medico ogni 1.000 persone e le condizioni di vita sono durissime: a più di 3.000 metri di altitudine dove frane ed incidenti sono all’ordine del giorno .
E’ una grande gioia per noi comunicarvi che i lavori per l’ospedale sono iniziati . Visitate il nostro sito www.sostibet.org, troverete alcune fotografie. Abbiamo raccolto 60.000 euro ma ne mancano ancora molti per arrivare a 250.000 euro, il costo totale dell’ospedale che ospiterà al suo interno anche una scuola di formazione in medicina tibetana per giovani che desiderano diventare medici . Sappiamo che grazie all’aiuto di molte persone riusciremo a realizzare questo grande sogno! Solo tante piccole gocce possono formare il mare.

In Tibet un mattone costa 20 centesimi, con una offerta minima di 10 euro acquisti cinquanta mattoni per costruire il nuovo ospedale, con una offerta di 20 euro puoi acquistarne 100. 
Aiutaci ad aiutare!

Ti chiediamo anche un piacere: invia questa mail ai tuoi amici e segnalaci qualche amico (mandandoci gli indirizzi mail) che sai gradirebbe ricevere nostre notizie e comunicazioni. Più siamo, più in alto possiamo arrivare. Potresti anche stampare qualche locandina che ti alleghiamo e diventare così nostro prezioso divulgatore.
Se decidi di aderire al nostro progetto, puoi fare un’offerta sul nostro c/c postale n. 69331817,
codice IBAN : IT 23E0760103000000069331817 intestato a S.O.S Tibet, India, Nepal onlus.

Grazie di cuore. Eugenia e Gendun


martedì 29 marzo 2011

Il monastero di Tampochè

Il monastero di Tampochè

Quest’anno abbiamo deciso di sostenere anche le monache del monastero di Tampochè, un piccolo monastero arroccato sulle montagne nei dintorni del villaggio di Garan.
Nel monastero ci sono 16 monache di tradizione Dzo Chen e il loro maestro.
Sono gli uomini e le donne di preghiera che portano avanti le tradizioni monastiche, e mantengono in vita il Vero Spirito del Tibet. I loro volti sono pieni di stupore e purezza, volti di una umanità che ancora non è stata intaccata dal dolore e dalla sofferenza.
Quattro anni fa Gendun fece costruire 7  Stupa nel villaggio di Garan e poi un altro Stupa ancora più grande (gli Stupa sono dei reliquari), qualcuno ci criticò, disse che i tibetani avevano bisogno di scuole ed ospedali. Gendun ed io pensavamo che era vero, ma che ciò che veramente teneva in vita il Tibet era la fede della sua gente, così decidemmo di investire più di 20.000 euro per costruire lo Stupa. Lo Stupa fu posizionato accanto al monastero, lì dove molta gente del villaggio passava ogni giorno prima di andare  a lavorare nei campi e così  potevano farvi le prostrazioni e le circoambulazioni  per riceverne le benedizioni, ancora oggi ci dicono che da quando ci sono quegli Stupa la vita  nel villaggio è migliorata .

Dal mio  diario di viaggio , scritto dopo la visita al monastero di Tampochè

“Mi chiedo come la vita di queste donne possa essere così protesa verso il cielo, pur non avendo nessun Dio creatore a cui aggrapparsi. I loro sguardi sono ampi, abbracciano l’infinito e diritti giungono al cuore,  non si lasciano distrarre da tutto ciò che li circonda.
 Immerse in una continua meditazione,concentrate solo nel momento presente, superano l’ostacolo delle passioni e degli attaccamenti, dimorano nella  natura profonda della loro mente, dove anche i pensieri svaniscono, dove incontrano solo silenzio e quiete, dove anche i desideri diventano come il ricordo di un sogno lontano nel tempo e nello spazio.
Nulla riesce a scalfire  o lacerare la serenità del loro presente, nulla riesce più ad attirarle o ad illuderle, queste monache hanno capito che la verità della vita non è nelle cose che vedono, sanno che tutto si trasforma; non si lasciano più sedurre dalla caducità degli eventi, dal luccichio dell’effimero ma hanno capito che è solo in quel nulla che trovano la libertà, ed è lì che scelgono di dimorare, nel vuoto che contiene il tutto, anche il Mistero dell’Universo intero. L’abate di questo piccolo monastero vive ormai in ritiro da più di otto anni, gli ho chiesto se aveva ancora dei desideri, mi ha detto che l’unica cosa che per lui era importante  era che tutti gli esseri umani trovino la vera pace. Soffre per tutti coloro che ancora si dibattono nel travaglio della vita, confusi dalle illusioni, spinti qua e là dal vento delle passioni, ancora pieni di attaccamenti terreni, è solo per questo che lui continua a vivere , non ha più bisogno di  nulla, assorto in quella limpida pace in cui vorrebbe contenere anche tutti noi.”

Cari amici, capisco che le parole sono solo come il palpito di ali di una farfalla, e non possono riprodurne il volo, ma sono comunque felice di poter condividere anche solo una piccola parte di quello che abbiamo vissuto con voi…..grazie per la vostra attenzione.    

lunedì 28 marzo 2011

Astrologia tibetana

Astrologia tibetana
Anno del coniglio di metallo

Nel calendario tibetano questo è l’anno 2138, l’anno del coniglio di metallo.
E’ sicuramente un anno molto importante, la nostra società sta subendo profonde trasformazioni e tutti gli esseri senzienti potranno beneficiarne. Seguendo le caratteristiche di questo segno che sono quelle della calma, gentilezza, ma anche determinazione siamo tutti chiamati a sviluppare le doti della pazienza e della gentilezza verso tutti gli esseri senzienti, dobbiamo diventare radiosi esempi di compassione, ma dobbiamo cercare anche di essere molto determinati e portare avanti i nostri progetti e le cose in cui crediamo  senza lasciarci influenzare dalle energie esterne o dalle idee altrui.Dobbiamo cercare di creare intorno a noi e soprattutto dentro di noi delle oasi di pace, entrare in contatto con il nostro mondo interiore, riscoprire il silenzio della mente , lontano dal pensiero discorsivo,  cercando molti momenti di solitudine per creare degli spazi sacri dove coltivare la nostra realizzazione interiore. Anche il Buddha invitò i suoi discepoli più risvegliati a portare nel mondo la lampada degli insegnamenti della liberazione e della compassione.
Nel mondo attuale pochi di noi sono in pace con se stessi, soffriamo tutti, a diversi livelli di lotte interiori ed esteriori e ci ritroviamo ad essere sempre più divisi e lontani  sia politicamente che spiritualmente gli uni dagli altri, in questo anno ci viene chiesto di imparare a gestire i conflitti in modo diverso, prendendo esempio dalle caratteristiche di questo segno, il coniglio, che detesta i conflitti e aspira sempre a vivere in pace, e nel caso ci siano conflitti da affrontare bisogna farlo in modo non troppo diretto, mai violento,  ma sempre con diplomazia e molto equilibrio e saggezza.
Ci vuole molta determinazione nel proporsi questi obiettivi personali, ma se impariamo ad entrare in contatto con la nostra creatività, con il nostro intuito,  con la saggezza del cuore, si potranno vedere in ognuno di noi delle trasformazioni importanti che porteranno ad eliminare tutte le vecchie abitudini negative e ci porteranno alla realizzazione di importanti progetti.
Per quanto riguarda il segno del coniglio, tutte le persone nate negli anni 1891, 1951,2011 sono del segno del coniglio di metallo; tutte le persone nate nel 1903,1963,2023 sono del segno del coniglio di acqua; tutte le persone nate nel 1915, 1975, 2035, sono del segno del coniglio di legno; tutte le persone nate nel 1927, 1987, 2047 sono del segno di fuoco, tutte le persone nate nel 1879, 1939, 1999, sono del segno del coniglio di terra. Il giorno favorevole per le persone del segno del coniglio quest’anno è il giovedì, giorno favorevole per la salute è sabato, il giorno sfavorevole è il venerdì.
I segni con cui il coniglio avrà delle buone connessioni sono: pecora, maiale, cane, coniglio e drago, i segni con i quali non avrà buone connessioni sono: uccello, cavallo e tigre.
Se un bambino nasce in questo anno avrà molta saggezza e penserà molto agli altri, sarà molto onesto; avrà una personalità molto spiccata e dedita a realizzare progetti per il beneficio degli altri, sarà di vedute molto ampie e riuscirà a capire molto bene le condizioni degli altri esseri umani; sarà un bambino al quale piacerà molto studiare e dal punto di vista economico non avrà grandi problemi. Tutte le persone che nasceranno in questo anno avranno il Mewa numero sette, l’elemento è quello del fuoco, questo elemento non è molto stabile e tende a far arrabbiare le persone molto facilmente; se si tratta di una donna amerà molto dormire, anche se la sua personalità sarà molto forte. Che le benedizioni e la liberazione offerte da tutte le pratiche di trasformazione interiore, possano liberare il nostro cuore, essere di beneficio a tutti gli esseri e condurre alla guarigione e al risveglio del mondo.

Per informazioni e consulenze sulla medicina tibetana e astrologia:
Esperto in medicina tibetana Lama Gendun Dhargay
sostibet@hotmail.it



mercoledì 9 marzo 2011

Nomadi tibetani

Come è nata S.O.S Tibet,India, Nepal onlus


Come è nata S.O.S Tibet,India,Nepal  

Avevo già avuto un contatto con il popolo tibetano, per un periodo avevo insegnato inglese ad un gruppo di monaci tibetani in esilio e a  dei bambini  a Dharamsala in India, il piccolo paese arroccato sulle montagne dove si trova la sede del governo tibetano in esilio. Quello che mi aveva colpito era il forte desiderio di apprendere di questi giovani che si impegnavano seriamente nello studio di una lingua che gli avrebbe permesso “di entrare in contatto con il resto del mondo” questo erano soliti ripetere. Ricordo di un pic nic in alta montagna una domenica pomeriggio, con la scolaresca a seguito, dopo aver camminato per diverse ore, giunti a destinazione eravamo intenti a riempire lo stomaco e ad ammirare il meraviglioso paesaggio circostante: le vette innevate facevano da sfondo ad un silenzio immacolato, l’immensità di quelle valli invitava lo sguardo a dilatarsi per contenere il cielo. Mentre contlemplavo la bellezza del luogo un gruppetto di tre bambini,Tashi, Sonam e Tsering Tondue si avvicinano lentamente con il loro quaderno degli esercizi chiedendomi di correggergli i compiti. Rimasi allibita, dicendo loro che era sabato e non c’era lezione, che avremmo potuto giocare insieme, ma loro mi dissero che avevano già fatto gli esercizi per il lunedì ed erano pronti a farne altri; non mi era mai successo qualcosa di simile prima di allora, capii quanto grande era il loro desiderio di apprendere. Quando arrivavo in classe loro erano già pronti con la penna in mano, non perdevano mai una lezione, venivano anche se avevano la febbre alta, alcuni camminavano molto per raggiungere la scuola, erano degli studenti modello; quando camminavo per le strade del villaggio se incontravo i loro genitori, venivano subito a salutarmi, ringraziandomi per quello che facevo per i loro figli. Ho notato che nella cultura tibetana c’è un profondo rispetto per gli insegnanti, per chiunque ha qualche insegnamento da trasmettere. Anche i monaci erano ben felici di apprendere qualche rudimento di inglese, la loro umiltà a volte mi metteva a disagio, si preoccupavano sempre della mia salute e volevano essere sicuri che non mi mancasse nulla, quanto calore ho ricevuto dai loro sguardi, la compassione di cui parla Sua Santità il Dalai Lama forse non è altro che una sincera attenzione verso l’altro. Durante la prima estate che trrascorsi in Tibet di nuovo umiltà e compassione riempivano di dolcezza il mio stare tra di loro, l’ostacolo della lingua non creava disagio, ma c’era una comprensione che a volte andava al di là della parola. Ero stata accolta con molta gioia e rispetto dalla famiglia del dottor Gendun, che in seguito sarebbe diventato mio marito, anche se non potevamo  trascorrere  molto tempo insieme, perché  lui molto spesso era impegnato a visitare donne ed anziani che venivano da lontano in cerca di un medico, venivano a cercarlo anche molte persone per ringraziarlo per l’aiuto  che aveva dato alle loro famiglie o perché semplicemete aveva li aiutava economicamente a far studiare i loro figli. Solo quando fui al villaggio venni a conoscenza del fatto che erano già diversi anni che Gendun  aiutava  e sosteneva molta  gente del suo villaggio, e che faceva studiare  diversi bambini alle scuole elementari e un paio all’università, facendosi carico di tutte le loro spese.  Un giorno  venne un ragazzo accompagnato dal padre e chiese di lui, entrò in casa ed iniziò a parlare, quando chiesi a Gendun di tradurre Lama Tsering, questo era il nome del ragazzo, lui era già scoppiato in lacrime, stava chiedendo a suo padre di fare dei prestiti o vendere la casa per potergli permettergli di continuare gli studi, l’unica alternativa sarebbe stata quella di andare a pascolare gli yak. Vidi molte cose nei suoi occhi ma soprattutto capii quanto deve essere difficile non aver la libertà di scelta e decisi che per quello che mi era possibile avrei voluto aiutare quel ragazzo. Dopo pochi giorni successe un episodio simile, e il giorno dopo ancora ed io non riuscivo a rimanere impassibile di fronte a quelle richieste di aiuto, così iniziai a fargli delle foto e a prendere i loro nominativi ,  promettendo  che una volta tornata in Europa avrei cercato di raccogliere dei fondi per aiutarli.
Pochi giorni prima della partenza mi resi conto che avevo raccolto più di quaranta nominativi, Gendun si arrabbiò moltissimo con me, dicendo che non avrei dovuto promettere aiuto se  non sarei stata sicura di poterli aiutare, perché loro erano sicuri che l’aiuto sarebbe arrivato e non volevo  tradire la loro fiducia. Fu così che tornata in Italia  mi sentivo carica di responsabilità verso quei ragazzi ai quali avevo promesso aiuto, ma mi diedi subito da fare  e nel giro di pochi mesi parlandone tra parenti ed amici stretti riuscimmo a trovare dei sostenitori per ogni ragazzo, ed ogni volta che qualcuno si impegnava ad aiutare questi giovani a finire un ciclo di studi il mio cuore scoppiava di gioia, sapendo che stavamo dando ad un’altra vita la possibilità di migliorare. Nel mese di dicembre i due ragazzi universitari e tutti gli altri bambini avevano trovato un sostenitore, così con l’aiuto di qualche altro amico intimo decidemmo di creare S.O.S Tibet, India, Nepal onlus. L’anno successivo abbiamo iniziato a fare degli incontri  in cui Gendun parlava della medicina tibetana e dei valori fondanti della loro cultura, tutti sembravano essere molto interessati e alla fine degli incontri parlavamo dei nostri bambini e della loro voglia di imparare a leggere e scrivere, così c’era sempre  qualcuno che aderiva al progetto e questo ci faceva sentire meno soli e ci dava la forza di continuare nel nostro operato.
                                                                                                             Eugenia Cucco